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PADOVA:
- Il Prato senza erba
- Il Santo senza nome
- Il Caffè senza porte
Queste sono le tre definizioni che da sempre caratterizzano la città di Padova, infatti Prato della Valle è una famosissima piazza e non un prato, Sant'Antonio per tutti i Padovani è semplicemente "Il Santo" e lo storico Caffè Pedrocchi fu costruito nell'Ottocento senza porte perchè fosse sempre aperto giorno e notte.

 

                                Scorcio di Padova                                      Basilica di Sant'Antonio

 

La città di Padova dista circa 40 Km da Venezia. Oltre ad essere un importante centro economico del nord-est, Padova vanta un glorioso passato ed importanti siti da visitare, di interesse sia culturale che artistico. Le sue piazze, i portici e le strade lastricate raccontano la ricchezza della città stessa. Città d'arte, con un ricco patrimonio architettonico e museale, Padova viene visitata ogni anno da migliaia di turisti da tutto il mondo, affacinati dalla sua capacità di far sposare antico e moderno in un connubio speciale che dona alla città un fascino particolare ed unico.

 

STORIA DI PADOVA

Un'antica leggenda, riportata da Virgilio nell' "Eneide" narra che la città sia stata fondata nel 1183 a.C. da Antenore, eroe omerico in fuga da Troia data alle fiamme. Storicamente Padova sorse oltre tremila anni fa, si trattava di un insediamento urbano in una zona acquitrinosa formatasi per la presenza del fiume Brenta. Il nome "Patavium", da cui Padova, sarebbe riferibile a "Padus" ed indicherebbe uno stretto rapporto tra l'insediamento paleoveneto e le acque fluviali. "Patavium" fu una delle più fiorenti città dell'Impero Romano. Dopo le invasioni barbariche e un periodo di declino, la città si riprese intorno all'anno 1000. Divenne un libero Comune e raggiunse l'apice della sua potenza sotto il governo della signoria dei Carraresi (1338-1405). Nel 1222 venne fondata la prestigiosa università, una delle più antiche del mondo (seconda in Italia dopo Bologna), frequentata da personalità quali Galileo e Copernico. Nel XV sec. la città era sotto il dominio della Repubblica di Venezia ma la sua capitolazione nel 1796, in seguito alla prima campagna napoleonica in Italia, condusse Padova alla dominazione francese e poco dopo a quella austriaca. La dominazione si concluse nel 1866 con l'annessione al Regno d'Italia. Durante le due Guerre Mondiali Padova fu soggetta a pesanti bombardamenti, ciò nonostante la città conserva ancora oggi quasi intatta la sua unica struttura urbana: strette vie porticate, piazze, monumenti, case antiche ma anche edifici moderni, musei e molto altro... una città tutta da scoprire!

  

I MONUMENTI PIU' IMPORTANTI E I LUOGHI DI MAGGIOR INTERESSE

   Basilica di Sant'Antonio
Localmente nota come “Il Santo”, la basilica è un'imponente costruzione in stile romanico-gotico con otto cupole e campanili orientaleggianti. Fu iniziata immediatamente dopo la morte di Sant'Antonio nel 1231 e portata a termine all'inizio del secolo successivo. Al suo interno riposa il corpo del santo portoghese che è oggetto di pellegrinaggio da parte di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. Sul sagrato della basilica si trova il monumento equestre di bronzo, realizzato da Donatello e dedicato al condottiero Erasmo da Narni, soprannominato “Gattamelata”, all'epoca al servizio della Repubblica di Venezia. Completata nel 1453, è la prima statua bronzea equestre a grandezza naturale dall'antichità e si ispira alla scultura equestre di Marco Aurelio che si trova sul Campidoglio a Roma.

   
 


Prato della Valle

E' una delle più grandi piazze d'Europa (circa 90000 m²). In epoca romana, vi si trovava un vasto teatro, lo Zairo (alcuni resti sono ancora presenti sotto l'acqua della canaletta), e vi si svolgevano corse a cavallo. Nel Medioevo fu sede di fiere, giostre, gare, assemblee cittadine e del mercato degli animali. La configurazione attuale risale alla fine del XVIII secolo ed è opera di Andrea Memmo, Procuratore della Repubblica di Venezia, che decise la creazione di un'isola elittica centrale, chiamata poi isola Memmia in suo onore, tagliata da 4 viali e circondata da una canaletta sulle cui sponde si trova un doppio anello di statue dedicate a personaggi illustri della città, 78 in totale. Un terzo anello fu progettato ma mai realizzato.
Il termine “Pratum” veniva usato in età medievale per indicare un ampio spazio destinato ad usi commerciali che poteva anche ricoprirsi d’erba. Il termine "Valle" significa “luogo paludoso” e deriva dalla conformazione dell’area soggetta ad allagamenti e impaludamenti fino alla fine del XVIII secolo.

 

 

 Caffè Pedrocchi
Commissionato da Antonio Pedrocchi e realizzato, in stile neoclassico, su progetto dell’architetto veneziano Giuseppe Jappelli, lo storico caffè venne inaugurato nel 1831. L’edificio presenta una pianta a forma di pianoforte ed è articolato su due piani. Il piano inferiore costituisce la caffetteria vera e propria. Le sale da caffè prendono il nome dal colore della rispettiva tappezzeria e particolarmente famosa è la Sala Bianca, che porta ancora il segno del proiettile austriaco sparato durante i moti del 1848. Il piano superiore, detto anche Piano Nobile, ospita una serie di sale decorate ed arredate in stili differenti, con stucchi, tendaggi e lampadari tipicamente ottocenteschi ed attualmente utilizzate per mostre, eventi culturali, spettacoli ed esposizioni temporanee. Il Pedrocchi rappresenta uno spaccato della vita padovana degli ultimi due secoli, fin da subito infatti il caffè divenne fulcro della vita cittadina per la sua posizione centrale vicina all'Università. Fu chiamato “Il caffè senza porte” perché, fino alla Prima Guerra Mondiale, era sempre aperto, giorno e notte. Frequentato da professori, studenti, artisti, letterati e patrioti, fu teatro dei moti risorgimentali studenteschi del 1848. Dal 1891 il Caffè è per testamento degli eredi di proprietà del Comune di Padova. Al Caffè Pedrocchi si può visitare anche il “Museo del Risorgimento e dell’Età contemporanea”.

 

 

   Palazzo del Bo - Università
L’Università di Padova è la più antica d’Italia dopo quella di Bologna, infatti essa fu fondata nel 1222 da un gruppo di docenti e studenti che si erano allontanati dalla stessa Bologna. Padova e la sua università acquistarono un grande prestigio e richiamarono professori e letterati da tutta Europa. La sede storica dell'Università era in origine l'albergo del Bo, che aveva il bue come insegna, trovandosi accanto alle macellerie d'un tempo. Nel 1539 il palazzo divenne di proprietà dell'Università e da allora è sede principale dell'Ateneo. Attualmente, il Palazzo ospita il rettorato e la facoltà di giurisprudenza.
La parte antica dell'Università ruota attorno ad un cortile con un doppio loggiato completamente rivestito all'interno da stemmi collocati da scolari e professori che dal 1542 al 1688 frequentarono lo Studio. In quest'ala è conservato il Teatro Anatomico, fatto costruire da Gerolamo Fabrici d’Acquapendente nel 1594. Unico nel suo genere, fu il primo Teatro Anatomico stabile al mondo. Il teatro è a forma d'ellisse a sei ordini di piani, con più di trecento posti. Al centro il tavolo delle autopsie dove il professore spiegava agli studenti. I corpi sezionati venivano, al termine, gettati nel fiume che scorreva sotto l'edificio, aprendo le assi di cui era formato il banco. In quest'ala si trova anche la cattedra lignea di Galileo Galilei che, secondo la tradizione, fu allestita dagli studenti affinché Galileo potesse insegnare nella “sala grande dei legisti” (attuale Aula Magna), non essendo bastate le altre aule a contenere la folla che accorreva alle sue lezioni. Galileo insegnò nello Studio
patavino per diciotto anni dal 1592 al 1610. Molto ammirato dagli studenti e tutelato dal governo veneziano, a Padova diede inizio al metodo scientifico moderno.
Ai piedi di una delle scale d'accesso alle logge è collocata la statua di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna al mondo che, proprio all'Università di Padova, conseguì la laurea in filosofia nel 1678.
L' ala moderna è invece organizzata attorno a due cortili. Tutta la decorazione interna venne affidata a pittori e scultori contemporanei.

 

La Cappella degli Scrovegni - Affreschi di Giotto a Padova

La cappella si trova nell'area dell'antica arena romana di Padova, qui eretta probabilmente tra il 60 e 70 d.C. Acquistata dalla famiglia degli Scrovegni, nel 1300 vi fu costruito il palazzo e tra il 1303 e il 1305 venne edificata la cappella dedicata alla Vergine Annunziata, per volere di Enrico Scrovegni, in suffragio dell'anima del padre Reginaldo, collocato da Dante nella Divina Commedia in Inferno perché usuraio. La cappella, voluta dal ricco banchiere e uomo d'affari padovano, inizialmente fu ideata per ospitare il committente stesso e i suoi discendenti dopo la morte.
L’edificio, di cui non si conosce l’architetto (per alcuni dovrebbe essere lo stesso pittore fiorentino Giotto che decorò tutto l'interno), è in stile romanico ed ha forme lineari.
L'intera decorazione, eseguita da Giotto e dai suoi allievi, è considerata uno dei massimi capolavori artistici di tutti i tempi. Il ciclo di affreschi è di enorme importanza per la storia della pittura, perché il realismo che caratterizza la pittura di Giotto è molto innovativo rispetto all’arte figurativa del tempo.
All'epoca Giotto era un artista già celebre, aveva lavorato nella Basilica di S.Francesco ad Assisi e S.Giovanni in Laterano a Roma mentre a Padova aveva già lasciato le sue inconfondibili tracce nella Basilica di S.Antonio e nel Palazzo della Ragione.
Giotto raffigurò all'interno della Cappella degli Scrovegni una sequenza di storie tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento che culminavano nella morte e resurrezione del Figlio di Dio e nel Giudizio Universale. La narrazione ricopre interamente le pareti con le storie della Vergine e di Cristo, mentre nella controfacciata è dipinto il grandioso Giudizio Universale con il quale si conclude la vicenda della salvazione umana.

 

 

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